Scopone scientifico da Pietro Gamba di Don Alessandro Messi

18 Marzo 2012

Si viene sempre volentieri in Anzaldo a trovare Pietro e famiglia, a collezionare chilometri con lui per cercare e curare un malato, condividendo così nella ordinarietà e semplicità il suo lavoro, i suoi progetti e le sue preoccupazioni. Per noi del Patronato San Vincenzo di Bergamo è un appuntamento fisso; quando qualcuno scende in Bolivia, sia per chi lo conosce da sempre, sia per chi sale in Anzaldo per la prima volta a incontrare la sua opera. Si sale perché un legame non va mai allentato, e ciò che lo ha creato e lo tiene unito è sicuramente una passione grande per l’uomo, passione nata in terra bergamasca e continuata per lui e anche per noi, in terra boliviana.

Per noi preti, Pietro è la teologia e la fede incarnate e visibili senza tanti fronzoli. Una fede fatta di segni concreti e piccoli quanto si voglia, ma grandi sempre perché messi nelle mani di Dio e perché spesi nella pazienza di ogni giorno.
Non inganni perciò il titolo di questo piccolo articolo, perché qui una giornata conclusa a giocare a scopa – rigorosamente dopo aver pregato assieme – ci dice che la missione è qualcosa che chiede di giocarsi sempre, a volte azzardando e alzando la posta, altre volte pensando scientificamente le mosse da fare, altre infine, affidandosi al gioco con gli altri e mai contro gli altri. Al gioco partecipano Don Sandro Sesana e Don Alessandro Messi (preti del Patronato), lo sfegatato Pietro, la promettente specializzanda in Medicina Silvia Rossi e, a segnare i punti, Efrem Barcella(stretto collaboratore del Patronato). Uno scopone il nostro che ha fatto ripensare a ciascuno – più o meno scientificamente – a che punto è la nostra vita, a chi tocca dare le carte per impostare il giro delle nostre attività, e anche a chi tocca raccogliere il gioco fatto e rilanciarlo.
In fondo la Bolivia è come un mazzo di carte appena mischiate e che deve essere tagliato, anzi la Bolivia è un continuo tagliare il mazzo, perché mai nella vita si può essere sicuri da dove partire e dove si arriverà, ma si sa che stare fuori dal gioco alla fine è la sconfitta più grande di tutte.
Grazie Pietro di farci sedere a giocare la vita con te, di farci vedere il tuo gioco e intravedere il nostro.
Grazie Margherita per il tuo sorriso.

Don Alessandro Messi

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