Una bambina senz’anima?

12 Maggio 2011

Stamattina , iI nostro giro visita, si ferma al letto di AnaRosa, una bambina di 5 anni , assistita dalla mamma che ha dormito nello stesso letto , ricavandosi uno spazio a lato della figlioletta per non passare l’intera notte seduta su una sedia accanto alla piccola che si addormenta, sopportando il freddo di questa stagione.
Ieri siamo stati sul posto dell’incidente, a Pucachiquero, una comunità in fondo valle, dove si arriva dopo tortuosi saliscendi tra catene collinari della nostra geografia.
Ci ha accompagnato suo padre, Teodoro, di 40 anni, per mostrarci il ponte pedonale sospeso sul fiume dal quale è caduta. Questo ponte è composto da funi metalliche che fanno da tiranti per una vecchia struttura costruita più di vent’anni fa che permette di passare all’altra sponda del fiume che si vede sotto allargarsi in una grande ansa.
La base del ponte è pavimentata con assi di legno invecchiate e contorte dal tempo; si nota all’inizio del passaggio, la mancanza di un’asse che lascia vedere il vuoto di oltre trenta metri dove sul fondo scorre l’acqua. Anna Rosa stava ritornando con le pecore che aveva custodito al pascolo sul terminare del giorno e, nell’attraversare il ponte, probabilmente è inciampata nella sporgenza di un asse incurantemente mal collocato. Non voglio pensare all’istante che la sua testa sia andata a sbattere sulla roccia sottostante che si vede nella sponda del fiume, facendo rimbalzare il suo corpo nell’ acqua, fortunatamente non profonda, del fiume .
Non conosco i particolari di come si sono mossi i soccorsi. All’ospedale è arrivata con una braccio sanguinante a causa di una frattura esposta del radio–ulna e una ferita frontale con sprofondamento dell’osso.
Oggi, dopo che è stata realizzata la chirurgia con il traumatologo, i famigliari hanno contrattato lo Yatiri di Anzaldo, perché insieme si trovino sul posto dell’incidente dove, con un rito speciale, dovranno far ricongiungere il corpo di AnaRosa con la sua anima che ora credono sia libera e fluttuante a causa del duro colpo che per la caduta dal ponte questa ha subìto.
Useranno la K’oa, rito propiziatorio alla Pacha Mama (la Madre Terra) con coca e incenso, e nel buio della notte, muniti di un campanello e di candele, chiameranno l’anima di AnaRosa perché torni nel corpo della piccola. Questo rito è valido se preparato alla mezzanotte con l’intera famiglia presente e senza estranei .
Sapendo questo, guardo con occhi diversi la piccola; la noto molto vispa, senza dolore, scherzosa e birichina. Mi chiede una bambola.
Gliela procuro senza riuscire a credere che sia una bambina separata dalla sua anima.

Pietro

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